Vi racconto di Black:
al tempo del nostro primo incontro nel mese di agosto 2020, Black è un pastore tedesco intero, di circa un anno di età. Vive in una bella villa in provincia di Caserta, con tanto spazio esterno e con la sua famiglia, costituita da due persone sopra i 60 anni. In estate la famiglia si allarga con le visite dei figli e dei nipoti che vanno a trovare i nonni.
I proprietari mi hanno contattata perché si sono resi conto di avere delle difficoltà nella gestione del cane.
Primo incontro-osservazioni:
Quando sono arrivata al mio appuntamento, il cane non ha avuto alcun problema a farmi entrare nel giardino; per tutto il tempo in cui io ho parlato con la famiglia per farmi dare quante più notizie possibili, lui non ha fatto altro che correre per il giardino avanti ed indietro senza alcuno scopo, non c’era predazione, non c’era protezione, non c’era perlustrazione, solo movimento fine a se stesso. Se lo chiamavi il cane a stento ti guardava, senza fermarsi completamente, per poi tornare nuovamente a correre a vuoto.
Il suo cervello era completamente spento, non ascoltava e non riusciva a fermarsi. I proprietari appunto mi dicevano: fa spesso così e non ascolta!!
Il cane aveva una routine quotidiana molto scarna: non usciva mai dal giardino della villa, la notte veniva chiuso in un box esterno abbastanza grande, perché i proprietari avevano paura che la notte qualche male intenzionato potesse avvelenare il cane, per cui chiuso in questo recinto, giustamente, si sentivano più tranquilli.
Un ulteriore problema, oltre la totale incapacità del cane di stare fermo e di ascoltare, era quello di entrare in questo recinto, non gradiva essere confinato. Quindi avevamo un duplice problema: il cane non solo non amava essere confinato, ma la relazione con la padrona era stata minata da questa routine quotidiana, lui aveva associato il richiamo al confinamento, per cui non tornava al richiamo.
Al momento della mia prima visita non presentava nessun comportamento di possessività o di aggressività, semplicemente il cane non li ascoltava ed era un moto perpetuo.
La villetta tutt’ora è strutturata in modo tale che ci sta un cancelletto in giardino che blocca il cane e non gli permette all’occorrenza di salire sul patio dove solitamente sta la famiglia durante le giornate estive. Il cane non entrava mai in casa, non gli era permesso. Momenti da condividere insieme al cane, per il momento non ce ne erano, o erano davvero pochi.
Ci siamo incontrati tre volte ed abbiamo lavorato su:
attenzione e rinforzi (cosa sono)
incentivazione della calma
autocontrolli ( lavoro in prevenzione )
cuccia-copertina-un posto dove stare insieme alla famiglia (qui ci sta un mondo: autocontrolli, relazione, calma, comunicazione, condivisione….. )
masticazione oltre alla normale alimentazione
gestione del cibo
soddisfare i bisogni di base del cane
relazione, fare cose insieme al cane, condivisione delle attività
accenni ai giochi di ricerca con il pre dammi
scambio con la palla e tira e molla (competizione, lascia, lavoro sulla possessività e sull’ostinazione, scambio risorse, fiducia e collaborazione, relazione ecc…..)
posizioni di base: seduto, terra, aspetta e resta
accenni al training della passeggiata con pettorina e guinzaglio di 3 mt
Avrei voluto fare di più! Con qualche ulteriore incontro avremmo approfondito delle tematiche appena accennate, ma con settembre i figli sono rientrati al lavoro ed il cane è rimasto con i due genitori.
Il lavoro vero, quello quotidiano da fare con il cane, è della famiglia; noi educatori diamo gli strumenti, le indicazioni, spieghiamo il perché funziona in un certo modo, ma il lavoro vero è di chi vive il cane. La scelta se volere o meno il cambiamento spetta alla famiglia che vive con il cane, nella totale consapevolezza (perché su questo io sono molto chiara ed onesta) che se non lavori, le cose non possono migliorare, anzi possono peggiorare ed anche tanto. Se qualcosa deve cambiare, non può essere il cane da solo, ma perché un sistema trovi un nuovo equilibrio, tutti devono modificare qualcosa.
Abbiamo iniziato con il farlo salire sul patio per mangiare il suo osso in compagnia della sua famiglia, sulla sua copertina. Questa foto, in cui mangia il suo osso, mostra un rientro dalla passeggiata: far stare 10 minuti Black fermo sembrava davvero un’impresa.
Dopo qualche giorno la padrona ha iniziato a farlo stare sull’uscio della cucina per testare il suo comportamento:
lo premiava con la voce e con dei bocconcini tutte le volte che stava tranquillo, per fargli capire che era quello che lei apprezzava lui facesse.
Ieri ho ricevuto un whatsapp con una foto che dice tanto e voglio mostrarla, perché vuole significare che questa famiglia ha lavorato, si è impegnata a costruire una relazione di rispetto, di condivisione e comprensione con il proprio cane. Si sono messi in discussione ed hanno fatto davvero tanto:
Black che dorme dentro, nel soggiorno insieme alla sua famiglia!!
Mi riferisce la famiglia che la notte dorme sempre fuori, ma il suo recinto non viene più chiuso, in modo tale che lui non si senta confinato. Adora stare dentro con loro e partecipare alla vita di famiglia, anche durante i pasti. E’ sempre un cane giovane per cui gioca con i nipoti ed è pieno di energie. Le cose comunque sono molto migliorate e la famiglia è sicuramente più felice e motivata a fare sempre meglio per il suo amico a 4 zampe.
Il cane è un animale sociale, ama condividere le attività con noi, perché anche dormire e guardare la tv sono attività che possono essere fatte insieme, non solo correre e giocare con la palla. Nello specifico Black aveva bisogno di sentirsi parte del sistema, parte della famiglia. Da quando è cambiato questo approccio, le cose sono iniziate a migliorare piano piano. Ci vuole tempo per cambiare, ci vuole tempo per costruire una nuova abitudine. Le foto parlano da sole, e sono molto felice che siano tutti più sereni.
Di questo passo, con il giusto approccio, le cose possono migliorare ancora !
Buona vita Black, hai trovato davvero una famiglia speciale!!